Lake Effect Snow, alla lettera Lago Effetto Neve, (LES), è l'evento nevoso più intenso ad ora conosciuto, causato dallo scorrimento di aria molto fredda sopra una superficie calda (come un lago o un piccolo mare) che provoca l'innesco di intensi rovesci di neve su aree molto ristrette. Partiamo specificando che stiamo discutendo di un evento altamente localizzato, ma in grado di creare vere e proprie zone microclimatiche durante i mesi più freddi (anche se sono frequenti gli episodi di Lake Effect Rain/Snow in Autunno) poiché si abbatte sempre sulle stesse regioni. Andiamo quindi a descrivere gli ingredienti orografici utili alla "creazione" di tali microclimi. Nell'immagine qui sotto vediamo gli accumuli medi. Mia Immagine Gli elementi essenziali per il fenomeno sono due e devono presentarsi in contemporanea: possibilità di irruzioni di aria fredda continentale (non proveniente da zone oceaniche o marittime) e distese d'acqua abbastanza profonde e mediamente estese. Posti questi paletti, possiamo subito escludere le zone tropicali ed equatoriali in quanto calde, ma anche la totalità dell'emisfero australe a causa della predominanza degli Oceani intorno all'Antartide. La zona più proficua dell'emisfero Nord risulta essere la regione dei Grandi Laghi tra USA e Canada a causa di frequenti incursioni gelide provenienti dal Circolo Polare Artico che non incontrano mari o oceani durante il tragitto e arrivano a destinazione pressoché intatte (ovvero con aria molto, molto fredda al suolo e moderatamente fredda in quota). Mia Immagine Addentrandoci maggiormente nelle cause e nei fattori di questo affascinante fenomeno scopriamo l'estrema complessità della sua formazione: L'aria gelida in arrivo nei bassi strati si trova a scorrere su uno strato relativamente sottile di aria calda ed umida a contatto con la superficie tiepida del lago. Quando aria calda, leggera e meno densa si trova sotto aria fredda, pesante e più densa si viene sempre a creare una situazione di instabilità che è tanto maggiore quanto più grande è la differenza di temperatura tra il lago tiepido e i medi livelli della troposfera raffreddati dall'irruzione gelida. Si attivano quindi moti verticali per ristabilire l'equilibrio termodinamico (Sollevamento Convettivo) che portano alla formazione di nubi. Il meccanismo che si innesca è simile a quello dei normali temporali pomeridiani causati dal riscaldamento solare del suolo, solo che al posto del terreno abbiamo una distesa d'acqua tiepida che in più emette umidità. Mia Immagine A questo punto entra in gioco anche la larghezza del lago stesso, poiché maggiore è la superficie tiepida che l'irruzione deve attraversare, maggiore è il carico di umidità acquisito e il sollevamento convettivo subito e di conseguenza maggiore sarà anche lo sviluppo di nubi e successive precipitazioni. Una volta giunta sulla riva opposta poi, la massa d'aria subisce un rallentamento improvviso dovuto all'attrito del suolo che sul lago era quasi nullo. Si crea quindi una zona in cui l'aria che giunge dal lago è più di quella che riesce a continuare il suo percorso sulla terraferma (Convergenza). Poiché libera di espandersi, l'aria "in più" non può far altro che salire verso l'alto, creando ulteriore formazione di nubi e precipitazioni (Sollevamento per Convergenza). Questo è quello che succede sulla maggior parte dei Grandi Laghi, ma situazioni orografiche particolari possono ulteriormente aumentare l'intensità del fenomeno. Un esempio è costituito dai Laghi orientali che sorgono a ridosso dei primi rilievi della catena montuosa degli Appalachi. In questo caso la presenza di un ostacolo orografico contribuisce ad un ulteriore sollevamento della massa d'aria (stavolta forzato dalla presenza del rilievo – Sollevamento Orografico) con conseguente fenomenologia nevosa/piovosa di intensità davvero strabiliante considerata la secchezza originaria della fredda aria continentale. Mia Immagine Concludendo qui la lunga parte teorica, si può passare alla ben più emozionante osservazione degli effetti del LES, che possono localmente risultare anche molto pericolosi. Tra le grandi città, la più colpita dal fenomeno è sicuramente Buffalo nello stato di New York, che si trova all'estremità orientale del Lago Erie (qui a lato una foto eloquente dell'intensità e della localizzazione di tali bande di rovesci nevosi che riducono la visibilità a zero). Tale metropoli ha una media annuale di circa 1,5 metri di neve, ma in generale tutta le sponde orientali e le penisole dei Grandi Laghi variano mediamente tra 1 e 4 metri di neve nell'arco di un solo anno! D'altronde episodi eccezionali di LES possono arrivare a scaricare oltre un metro di neve nell'arco di sole 24h e in una fascia di pochi chilometri! Bisogna infine precisare che il fenomeno è tipico e particolarmente documentato sulla zona dei Grandi Laghi americani, ma lo stesso procedimento può avvenire su numerose altre zone del mondo provviste di laghi e/o piccoli mari esposti a correnti molto fredde e continentali (Mar Nero, Mar Caspio, piccoli laghi asiatici, Giappone settentrionale). In Europa è molto raro, tuttavia può localmente manifestarsi specie sulle zone del Mar Baltico e anche (molto raramente e spesso camuffato in mezzo ad altri fenomeni) sul Mar Adriatico in modo comunque estremamente più debole rispetto alle famigerate "bande" nevose americane. Mia Immagine E in Italia? Adriatic effect snow (AES) il tutto avviene in scala ridotta, come negli States. Masse d'aria molto fredda nei bassi strati, originariamente secche, nell'attraversare il Mar Adriatico scalzano l'aria più tiepida dalla superficie del mare, costretta così al repentino sollevamento con la conseguente creazione di quelle turbolenze atte alla formazione di nubi con conseguenti fenomeni nevosi lungo la fascia costiera delle aree esposte, dalla Romagna fino ai settori settentrionali della Puglia. Maggiore è la differenza di temperatura tra l'aria fredda in arrivo e la superficie del mare, maggiori sono i contrasti che determinano la genesi di nuvolosità e fenomeni. Al resto pensa l'orografia, come sempre determinante sulla distribuzione dei fenomeni spesso molto irregolari e così può accadere come intense nevicate si manifestino anche in modo localizzato rispetto a zone immediatamente vicine. Allo stesso modo, anche per le regioni orientali italiane non è da trascurare l'effetto stau favorito dalla catena appenninica, disposta in maniera perpendicolare rispetto alle correnti da E/NE che giungono dall'Adriatico. Di solito questi eventi si realizzano di fronte ad irruzioni d'aria molto fredda nei bassi strati, quella con tipiche caratteristiche continentali, divenute piuttosto rare negli ultimi anni. Mia Immagine

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